Ognuno ha una storia da raccontare. Chi dice di non averne alcuna, in realtà sta già raccontando qualcosa.

martedì 1 ottobre 2013

Pulizie d'autunno

Ecco che le giornate divengono più uggiose, il cielo imbrunisce prima e i governi barcollano.
E' il momento dei buoni propositi per lo studio e le attività. 
Di solito si pensa che l'autunno sia un periodo di lenta decadenza, come avviene per le foglie che avvizziscono, eppure può tramutarsi in un tripudio di meravigliose e brillanti tonalità, proprio come anche la vegetazione può rivestire e sfoggiare i colori più caldi e sgargianti. 
Dopo questa toccante introduzione, colgo solo l'occasione per fare due conti circa l'attuale assetto di questo spericolato blog, che ho deciso di modificare un po', visto che bisogna sempre essere aggiornati, come con gli update dell' I-phone. La nuova copertina, disegnata da me appena prima di pranzo, mostra un losco figuro in tenuta da Bear Grylls. Questo perchè in effetti, avendo fame, la mia condizione era simile a quella di un esploratore sperduto nella giungla selvaggia. 
Questo anche per dare un tono più adrenalinico e misterioso all'intero blog!

Alla prossima! 
Nuzza 

martedì 10 settembre 2013

Per leggere saggi bisogna aver prima letto altri saggi

Bentrovati!
Quest'oggi, all'insegna del riposo e del diletto costruttivo, componente fondante del periodo vacanziero, vi propongo lo spezzone di un saggio inventato da me di sana pianta. Ovviamente si tratta più di un divertissement che di altro, con l'intento di ironizzare, non di offendere illustri studiosi ;)
Il motore immobile che ha dato il "la" a questa delirante decisione è stato lo studio matto e disperatissimo attuato su libri di teoria della percezione, ovviamente piuttosto ostici e talvolta oscuri...
On y va!

Dell’entropizzazione dei sistemi sociali alvenici

Prefazione

Vogliamo introdurre codesta trattazione circa siffatte materie onorando coloro che ci hanno preceduti in questo campo, empiricamente lussureggiante ma dai risvolti che hanno dato fiato alle più audaci interpretazioni apologetiche, secondo l’etimologia del civismo, prima quello scaturito dalla prosaicizzazione umanista che segue le riforme periclee e quello sgorgato dal propagandismo augusteo scolpito nell Ara Pacis. Con queste suddette premesse intendiamo ricordare la ricerca, autorevolissima e mai data per scontata, di Sroewulden Yacobji [1937] che condusse a una nuova e prolifica stagione della ragionevolezza che, già dai primi decenni di fine Settecento, aveva pervaso quegli ambienti lambiti da focosissima energia scovatrice, laddove il mito del buon selvaggio stagliava non più lungi la sua ombra, come forse Sepulveda, un autore precedente, avrebbe auspicato.
D’altro canto il sentimentalismo tardoeuropeo di inizio Novecento non diede adito a contumelie autoreferenziali sull’eticismo della colonizzazione che aveva, fino a quel momento, caratterizzato le mire di ogni Potenza europea, distinguendosi nella cosiddetta “Politica della porta aperta” in Cina, nell’imperialismo inglese, nel governo sanguinario delle gilde mercantili e delle compagnie olandesi delle Indie Orientali; per quel che riguarda il continente sub sahariano, poi, possiamo dire  delle stragi di Boeri, argomento scottante, mai del tutto compreso, sussurrato ma non eccepito, distinto ma mai fugato.
Di fronte a tale panorama, dai risvolti sempre più specialistici, si è assistito all’avvicendarsi di innumerevoli scienze teoretiche a favore di queste ultime inferenze (si veda a tal proposito il brillante saggio Delle specie minoritarie a cura di Kayenne Harsby), ma, seppur in epoche decisamente più recenti, probabilmente a causa dell’affacciarsi repentino di studi propagandistici ed enucleati, fatto che ha gettato nello sconcerto la maggior parte degli esperti del settore e anche di chi pur non molto comprende di codeste materie, nonostante esse siano tutt’oggi alla base del preferenzialismo e del dinamismo post-sociale che pervade l’intero sistema, o meglio, come afferma Thomas Pain [1978] nel suo studio sull’emancipazione co-caudata dell’evergetismo arabo, “irrora le fondamenta della nostra civiltà”, sono sorte nuove dottrine che paiono indirizzare la propria ricerca in campi avvenieristici e, finora, insondati, come l’ethernet e la massificazione dell’informazione.
Con questa trattazione intendiamo ringraziare anzitutto coloro che hanno permesso il prosperare della nostra ricerca, coloro che hanno messo da parte l’utilitarismo corrosivo e selvaggio che oggi più che mai pare essere sfociato in un consumismo che cinge più le persone che gli oggetti, per finanziare questi studi che, è nostra speranza e consapevolezza, possono portare un,seppur modesto, contributo a questo divenire incontestabile che rappresenta il nostro campo d’azione.

1. Strutturalismo e decadentismo nelle stratocrazie moderne

Di norma, come illustri nostri predecessori, quali Immanuel Kant e, già secoli prima, Euclide, hanno mostrato rivelarsi utile e ragionevole, si scopre sempre, o almeno nella maggior parte dei casi, perlopiù istruttiva e convergente alle posteriori inferenze, l’enunciazione e la trattazione consapevolizzata del lessico di cui si intende fare uso; non escludiamo, inoltre, di specificare al meglio, e nella maniera più generale possibile, il contenuto e i proponimenti che intendiamo raggiungere, tramite successive diramazioni concettuali secondo il modello dicotomico, introdotto dal platonismo e presente in autori successivi, quali per esempio il Macchiavelli. Proprio quest’ultimo, in uno dei suoi malinconici e vigili scritti, afferma di spogliarsi, la sera, delle vesti del suo confino, per indossare gli abiti, per così dire, da uomo libero, grazie alla lettura e al lavoro intellettuale a cui la noia e l’abitudinarietà del giorno lo sottraggono, distogliendolo dalle questioni politiche di inaudita cruenza che permeano la Firenze del tempo. Una visione escatologica vorrebbe stillare da un simile exemplum che l’uomo è destinato a raggiungere l’essere in perfezione intellettiva, abdicando alla kora platonica, ma oggi sappiamo che la questione è più complessa di come l’avevano dualisticamente dipinta i grandi sistemici del V-IV secolo. Proviamo ora a estendere questo assoluto, a riportarlo deduttivamente nella “pragmaticità del mondo” [Plank, 1889]: potremo successivamente notare come una tale visione abbia portato alla distorsione del concettualismo etico, non più nemmeno asserito secondo un’ottica pietista, bensì concretizzato, cristallizzato se non impietrito come un non-finito michelangiolesco, attraverso i grandi spostamenti delle masse, quali fenomeni come il pendolarismo, il nomadismo e il sincretismo animale, che analizzeremo nei capitoli successivi.
Le stratocrazie moderne appaiono a prima vista come un assottigliarsi di somme concentriche, inno alla consumabilità del prodotto sul capitale, prepotentemente asserragliate nell’agio dei nuovi poveri e nell’ignoranza indifferenziale dei vecchi ricchi. Questa situazione, che presenta evidenti discrepanze a livello della disgregazione associazionistica e che ha già portato numerose e discordi ripercussioni su quelli che potevamo, fino a poco fa, chiamare partiti; circa questi ultimi, è sottinteso, il discorso diventa labile e incerto come il loro futuro, giacchè l’epoca delle grandi masse votanti pare annaspare nel qualunquismo, nel grigio diluvio borghese, ormai soppiantato dalla sgargiante e invitante popolazione delle piattaforme web.
Dunque Internet come sostituto delle piazze?
A questo quesito ne sono stati aggiunti altri, sono state formulate numerose ipotesi, nessuna mai davvero confermata presso i sociologi forensi, nè presso quei conferenzialisti che si avvalgono di tali posizioni per ribadire la bontà di un sistema in cui, in realtà, tutti sono protetti e nessuno lo è. Contro questa tendenza c’è chi mette invece in evidenza i nuovi fenomeni di manifestazionismo giovanile e operaio, strati non indifferenti della popolazione, almento in linea pratica: i politici da soli non aiutano molto l’economia. Nel suo speciosissimo saggio Deucalione: le leggende nel mondo della rete, Kablyn Ternamson afferma:“I politici hanno il pranzo pagato, i manager lo hanno assicurato e la gente lo ha cucinato”. [...] Al di là di queste affermazioni, che a taluni potrebbero sembrare espressione di un danzicanismo privo di inibizioni, possiamo semplicemente trarre l’insegnamento essenziale: il preferenzialismo commerciale non ha prezzo.

1.1.0 Le associazioni di consumatori nell’era del flashforward

“Quando saremo tutti stupidi, nessuno sarà più in grado di capire chi è stupido”
La brillante e spavalda intuizione del noto psicologografo Ernest Wallaby [1978], mette in luce uno dei fattori più sconcertanti ed abusati, seppur paradossalmente conglomerati alla corrente di pensiero che tutt’oggi pare prevalere sull’arragniamento delle classi manageriali, che si possa ricordare. I dilapidatori di sentenze a priori potrebbero qui sostenere che tale affermazione oramai possa essere lapidariamente concretizzata nel pluralismo vocalico e afono che ammorba la maggior parte delle piazze virtuali, ma quanto davvero questo influisca sul panconnettivismo, fenomeno in crescita esponenziale, specialmente se si considerano quei paesi a densità demografica molto elevata, dove la forbice dell’inflazione ha portato le associazioni di consumatori a un vero e proprio “risveglio dal sonno della ragione” [Kablazkvij Goshan, 1992], una presa di coscienza autoctona quanto gli Ateniesi sul Peloponneso, nessuno davvero ha le prove per dimostrarlo incontrovertibilmente.
Il disagio sociale risvegliato dalle gravi condizioni della cosa pubblica pare aver dato fiato a coloro che, lungi dal conservare posizioni atrofizzate nel nazionalismo atavico che ha caratterizzato la maggior parte dei secoli il continente, suscitando le diatribe e le guerre più atroci, siano esse in campi dialettici, siano in campi bellico-alimentari, desiderano la buona continuazione dei rapporti internazionali, a dispetto del conservazionismo recidivo di alcuni faziosi isolati, promuovendo, piuttosto, una larga intesa, su basi socio-economiche, che possa ristabilire un equilibrio privo di sillogismi oramai decontestualizzati e desueti, ultimo resto di una valutazione percettivamente labile. Non si può tuttavia ignorare la tanta parte della popolazione ancora priva di spiegazione veritiera, ma a questo punto pare lecito porsi un quesito essenziale: sulla base della mole incontrollata e disinformata di indicazioni, concettualizzationi sconsiderate e generalizzazioni arrangiate su illazioni dialetticamente discutibili, ognuno si trova di fronte a una discordante cacofonia di disinformazioni, nei confronti delle quali, come ricorda un rispettabile esponente della Camera dei Lord, qui parafrasato, occorre operare un discernimento, una discriminazione. I principi su cui essa pone le proprie fondamenta possono variabilmente essere soggettivi, saltuariamente connotati da un cosmopolitismo che, talvolta rischia di sfociare in un conformismo dalle tinte acromatiche, come nel paleocene aristocratico dei grandi trade network, svilito dai tendenzialisti, che invece dipanano un periodico incedere di strutture atomistiche e relative ai periodi della massificazione, che ormai arriva fin nelle nostre azioni più quotidiane, quando mangiamo di fronte a un telegiornale, quando compriamo al supermercato, quando desideriamo la roba d’altri.
Si capisce, allora, come possiamo autorizzare tendenze che, come ricorda il filozoista Welhtanger Breush [1982] rilasciando un’intervista al Sunday Times New Romans: “avviliscono, seppur mordacemente consentono, il ricambio fenomenologico della conoscenza metadistalica”. Possiamo dunque rassegnarci a un convenzionalismo sregolato e divergente circa questioni di tale importanza epesegetica? La risposta sarà sicuramente negativa, da parte nostra. Ecco allora che si chiarisce il ruolo centrale del fenomeno, studiato da Hackett già nei primi decenni del secolo appena trascorso, e denominato Flashforward nella dittologia odierna, nonchè i numerosi casi di numismatica generale: sappiamo che nel concretismo andronomico il concetto di “singolarità” acquisisce un’importanza strategica, se non inusualmente categorica, circa la decisionalità dell’individuo sul mondo; ora, se poniamo codeste premesse e ad esse sommiamo, con cognizione di causa, nonchè le prove empiricamente dimostrate e dimostrabili, giacchè è ciò che questa materia si ripropone di studiare, che la futuribilità delle certezze lavorative sul piano sociale, politico e agroeconomico ha un risalto fondamentale, possiamo agilmente comprendere che, come già era stato intuito da Segantini [1913], il dinamismo a cui è sottoposto l’individuo del secolo è sproporzionato alla sua fisiologica attitudine a comprendere, se non addirittura alla sua capacità di adattamento ambientale. Questo plusvalore ergonomico ha decretato un’ampio spettro di focalità possibiliste ma non necessarie, come intese fideisticamente.
La risposta a questo problema possiamo riscontrarla nel nascente positivismo delle associazioni di consumatori emergenti, più consapevoli e attente al mutevole umore dell’economia finanziaria, ma d’altro canto più vicine al ricercare una rivalorizzazione dell’individuo homo, a dispetto del nichilismo ammorbante e del convincente ma vuoto homo aeconomicus. In altre parole, l’uomo è arricchito principalmente dall’uomo relazionato positivamente, non altrettanto dai suoi prodotti derivati.

Se siete riusciti a leggere fin qui...beh complimenti! :D Ora potremo finalmente insinuarci con più disinvoltura nelle discussioni colte carpite qua e là!
In attesa di nuove elucubrazioni....alla prossima! =)

Nuzza

venerdì 6 settembre 2013

Quousque tandem Nuzza abutere patientiam nostram?

Naturalmente essere in fase pre-esami amplifica il bisogno di disperdere il proprio tempo in occupazioni più dilettevoli, quali pubblicare stampe imbarazzanti!
Per questo motivo ecco a voi una stampa xilografica realizzata da me:


La xilografia è una tecnica di incisione molto antica, probabilmente la più antica in effetti. "Xilo" deriva dal greco e significa legno. Quindi in pratica consiste nella scrittura su legno. Di solito si può incidere due differenti tipi di matrici: legno di testa e legno di filo, il primo quando il tronco è tagliato trasversalmente, l'altro quando invece la tavola è tagliata nel senso della lunghezza.
In assenza di tale materia prima si usa il linoleum, un materiale ancora non ben identificato, dalle proprietà straordinarie, come quella di bucherellarsi se lo si scava troppo, di assumere le forme più disparate se esposto a un'eccessiva umidità e altre ancora. Inoltre, per incidere, si utilizzano speciali strumenti, utilizzati anche da Rambo e noti ninja, chiamati sgorbie
Ebbene, per questa xilografia ho usato due matrici in linoleum, per poi stamparla su carta giapponese. Infine, portata in digitale, ha subìto alcune variazioni cromatiche.

Alla prossima! :D
Nuzzzzzza

domenica 1 settembre 2013

Anche la pigrizia ha un limite!

E così eccoci nuovamente in pista!
Le vacanze sono agli sgoccioli, di conseguenza il tempo per oziare inizia ad assottigliarsi drasticamente; come principale conseguenza vi è una sorta di presa di coscienza obbligata rispetto alla nullafacenza perpetrata nelle settimane di pausa e al lavoro arretrato.
Con questa premessa, vi presento uno di questi declamati lavori arretrati:


Si tratta di una rivisitazione in chiave fantascientifica di Zenobia, una delle città sottili descritte da Italo Calvino. Le altissime palafitte di bambù e zinco sono diventate lucide scaglie d'acciaio che perforano le nubi.
Evviva il progresso!

In attesa di nuove vacanze, alla prossima! :D
Nuzza

giovedì 1 agosto 2013

Quando si parte in vacanza non si mette in conto la vacanza per riposarsi dalla vacanza

Salve!
Le vacanze estive sono ormai iniziate (almeno in una parte del mondo) da lungo tempo, probabilmente è per questa cagione che non ho più aggiornato questo papiro virtuale con le mie solite uscite.
Le vacanze sono sempre state pensate come quel particolare periodo dell'anno, di solito estremamente agognato, in cui possiamo tirare i remi in barca e solcare placidamente i grandi mari della pigrizia, del riposo, della cura di sè e del divertimento.
In preparazione a questo momento c'è chi passa mesi ad auto-convincersi che inizierà una dieta per mettere a tacere la cellulite annidatasi sulle cosce, chi invece cerca in tutti i modi di salvare capre e cavoli e finire scuola o esami, in modo da non doversi trascinare dietro tonnellate di libri; altri pianificano le proprie vacanze con capillare precisione, altri ancora, presi dall'entusiasmo, inseriscono tra i preferiti su internet migliaia di pagine con offerte di tutti i generi e mete per lo più irraggiungibili anche in elicottero. Poi c'è chi, di vacanze, ne ha davvero poche e si trova costretto a concentrare in un periodo strettissimo tutti i suoi progetti e quelli di famiglia, così che alla fine ne esce più stanco di prima.
Morale della favola, in vacanza si cerca di fare tutto ciò che non si può normalmente, con due risultati, almeno per la mia esperienza: o si ritorna soddisfatti ma disintegrati o risulta esserci talmente tanto tempo in più rispetto alla norma, che, spaesati, combiniamo un quarto di ciò che avremmo voluto, brontolando frasi tipo "queste vacanze sono sempre troppo brevi!".
Usiamo al meglio questo tempo, dunque! Buone vacanze e alla prossima! B)

Cala Luna, Sardegna, Italy

giovedì 23 maggio 2013

(Fare pubblicità è una grande impresa!) Exoria Booktrailer

Farsi o fare pubblicità è talvolta un'impresa ardua, specialmente per chi è sconosciuto, ma spesso porta benefici. Alessandro Magno lo sapeva bene. In fondo non è che tra lui e Demostene scorressero fiumi di miele. 
Con questa introduzione molto avvincente e lusinghiera, degna dei migliori logografi ateniesi del V secolo, desidero introdurre l'odierno argomento: the Exoria Booktrailer!
Di fatto si tratta di un breve video, le cui illustrazioni ed effetti sono per la maggior parte prodotti da Giorgio e Marco Donato, ma a cui ha partecipato anche la sottoscritta, tutti in collaborazione con Stefano Ferrando, autore del libro di fantascienza "Exoria", che ovviamente vi invito caldamente a scoprire su Photocity.it





Text: "Over 800 years ago, humans came in contact with other species of the galaxy. 
After they reached the space travel,  the mankind get allied with the Astrosabians, the most ancient and the wiser people  of  the whole Milky Way.
New alien civilizations and their vast empires, that extended theyr power through the space, were discovered.
Today, after centuries dripping with tension and conflicts, the galaxy has finally achieved balance.
To ensure order among the different nations, threre is the Sider, an organization composed by sentinels equipped with the most advanced technologies and the most highly trained specialists.
The Sider is at the Supreme Council orders, which is the government, where the representatives of the six most influential nations sit together.
However, behind this fragile balance, an ancestral shadow is hidden; a threat that everyone in the galaxy seem to have forgotten; a remote.mysterious-entity whose power transcends the common understanding.
Who will oppose the shadow of destiny?"

In attesa di scoprirlo...Buona serata e alla prossima!! =)

Nuzza


domenica 28 aprile 2013

Tutti se ne fregano dei dizionari, prego, fiducia google translate

People these days usually don't have much money, so, in order to earn something, we work all day long, never stopping, never breathing. We don't care about a lot of far more important things, as if money had become the only way to keep them alive. In the end, we work so hard that it seems there is no time left for anything else, we're always in a hurry, we are no longer able to stop and stare at the beauty of the spring blooming, nor to feel happy seeing the smile of a child. We always run, we hardly think that maybe, if we pause just a moment, we could find the time to feel truly happy again. An italian dictum says: "The one who goes slow, goes healty and far away". Despite this, the world in this period is going soooo fast.
That is why, today, I propose you this print! I love this kind of work because it reminds me that everything needs some time to develop: if you want a certain deepness of the line, you have to wait, meanwhile you can chat with someone or draw something else.


This is a little-humile-tribute to Japan, a beautyful country. Tsuki means "moon".
I love the smoothness of the light and the warmness of the colour.

See ya!


  

Probabilmente un giorno gli smartphone produrranno brioches (ma si scrive proprio così?)

Come promesso non vi lascerò in balia di kilometri di filo ingarbugliato e pagine che svolazzano ovunque come stormi di storni chiassosi. Dunque, fate in modo che il filo sia doppio, poi si parte!
Iniziate dal foro centrale: passatevi l'ago da sotto in su, facendo attenzione a tenere un po' di filo in eccesso, senza farlo uscire tutto dall'altro lato. Poi ripetete l'operazione

Il filo dev'essere ben tirato, ma fate attenzione a non farvi scappare il capo che avete lasciato in eccesso! (che in questa figura è sottostante al cartoncino e quindi non visibile)

Ora passate a un altro foro, fateci passare l'ago una prima volta, tirate e poi, per formare la linea verticale fate ripassare il filo nello stesso foro, ritornando davanti, ripassandoci ancora.

Visto che prima non c'erano, ecco in tratteggio le cose losche che avvengono sul retro (o_O)
A questo punto ruotate il tutto, cercando di non scivertare (far scomporre l'equilibrio mistico de) i fogli e dei due piatti. In questo modo ora si riparte ma dall'altro lato!


Ora girate di nuovo il cartoncino, il procedimento è simile a quello appena eseguito.

Turn again, yeah!

Ora, dopo aver girato nuovamente il tutto, visto che abbiamo terminato le linee verticali, passiamo alle orizzontali! Quindi dobbiamo condurre l'ago nuovamente nello stesso foro, passando dal davanti al retro del libro, ma, a differenza delle volte precedenti, il filo deve passare sul lato corto:

Mi raccomando, cercate sempre di fare in modo che il filo sia tirato! 
Bene!  Ora ripartiamo da davanti e andiamo a colmare tutte le righe mancanti!

Il filo è sempre lo stesso, ho cambiato colori per rendere più comprensibili (?) le varie fasi.
A questo punto bisogna ingegnarsi un momento per districarsi da questo rompicapo. Rilassatevi e bevete un frappè alle fragole. Ah, non era tra l'occorrente indicato?
Allora riprendiamo il lavoro.


Ed ecco fatto!! =) Il lavoro dall'altra parte è speculare, se siete riusciti la prima volta potete farcela anche la seconda, non demordete =)
Tutto ciò potrebbe non essere molto chiaro, cercherò un modo per migliorare la spiegazione, ma tenete presente che dopo un po' il meccanismo si riesce a comprendere in automatico.


Et voilà! Alla prossima!!

ps: se avete dubbi commentate pure, mi rendo conto che sia un lavoro piuttosto ostico e ingarbugliato.

Yeah!



giovedì 18 aprile 2013

Probabilmente, un giorno, ci saranno più smartphones che brioches.

Per la serie "Tu sai citare i classici a memoria, ma non distingui il ramo da una foglia, IL RAMO DA UNA FOGLIA", quest'oggi mi dedico a riflessioni in grande stile. L'altro giorno, sfogliando il giornale ho letto una piccola inserzione che presentava un libro; in fondo c'era scritto qualcosa come: "disponibile anche in formato cartaceo".
Capite? Quell' "anche", è quello che segna il passaggio epocale, l'affermazione inequivocabile dell'era digitale! Questo ovviamente ricorda molto il buon vecchio Plato, quando, pur sostenendo il valore della tradizione orale (e mnemonica) a dispetto della più tecnologica scrittura, esprimeva tutto ciò in un dialogo dentro un dialogo...scritto. Seppure in maniera molto meno eminente, in effetti è ciò che mi accingerei a fare anche io, visto che oggi vi propongo un metodo carino e spossante per costruirvi un affascinante libro dalla rilegatura orientale, ma ciò verrà da me spiegato attraverso questo tecnologico blog!

Orbene, innanzitutto ecco un lista dell'occorrente:

  • Cartoncino di spessore 1 o 1,5mm, il colore non è importante.
  • Lauti finanziamenti.
  • Una decina di fogli di carta A4, tipo quelli da stampante, bianchi.
  • Pazienza e speranza.
  • Una carta per il rivestimento esterno che sia abbastanza resistente ma flessibile, NON un cartoncino.
  • Ago e filo, quest'ultimo di un colore in contrasto con la carta del rivestimento.
  • Carta giapponese dello stesso colore del filo, o affine.
  • Braccia robuste e dita di riserva.
  • Martello e un punteruolo, o una punta da incisione.
  • Cutter, c-c-colla vinilica, un pennello, un bicchierino, riga e squadra...dovrebbe esserci tutto.
Naturalmente l'insieme di tutta questa mercanzia costa spregiudicatamente tanto, specie la carta giapponese e la pazienza, però ne vale la pena. Forse tra un po' la penserete diversamente, ma fidatevi, alla fine viene meglio del previsto. Circa.
Ok, prima di tutto piegate a metà i fogli A4, premete bene il bordo e poi tagliateli. Una volta terminato questo gravoso compito prendete il vostro cartoncino da 1,5mm di spessore e lanciategli il guanto di sfida. Afferrate con decisione il cutter e tagliate due porzioni da 21,1 e 15,1cm (ovvero l'ampiezza dei vostri A4:2);  queste parti sono niente meno che i piatti del libercolo che stiamo costruendo, in pratica la copertina. Suddividete col cutter entrambe le parti del cartoncino nel seguente modo:

Gettate via dai vostri pensieri la strisciolina da 3mm e tagliate, invece, un'altra porzione da 3cm.
Allo stato attuale dovreste avere: 
  • 10 A4 divisi in due --> 20 fogli 
  • 3 striscette di cartoncino da 3 x 15,1 cm ciascuna
  • 2 parti di cartoncino da 17,8 x 15,1 cm.
Dopo tutte queste paranoie ecco giungere una delle parti più avvincenti ed ingegneristiche: il rivestimento!
Prendete la carta sottile ma robusta e una riga o una squadra e tagliatene una rettangolo 27,6 x 19,5; visto che ottenere dei risultati precisi è come cercare la sezione aurea in un colabrodo, meglio sempre abbondare un po' piuttosto che trovarsi senza abbastanza bordo, ed ecco la cagione!

Le linee tratteggiate indicano le aree che bisogna tagliare.
Con una matita conviene segnarsi gli spazi dove incollare i nostri beneamati cartoncini, poi passare all'azione.
Dopo aver tagliato lungo le linee tratteggiate e aver asportato i due triangoli e i due rettangolini di eccedenza e i due leocorni, piegate e incollate il lato corto da 2cm (nell'immagine quello a destra), poi i laterali e quello da 4,3, in modo che arrivi ad agganciarsi al cartoncino più grosso. Imprimete una lieve e uniforme pressione sulla fessura da 3 mm e sulle parti incollate.
Conquistate queste 27,6 yard, prendete la carta giappo e tagliatene un riquadro che sia approssimativamente un po' più piccolo di 17,8 x 15,1 cm, passateci una pennellata generosa di colla e spiaccicatelo nella parte interna del vostro cartoncino rivestito, dal lato dove avete incollato i lembi della carta di copertura, per intenderci. Appiattitelo e sopprimete ogni iniqua bolla d'aria.
La situazione potrebbe essere circa questa:


Una volta che entrambi i piatti sono asciutti e pronti, munitevi di punta, matita e martello, oltre che della striscia di cartoncino da 3 x 15,1 cm; quest'ultima servirà come "stampino" per creare la rilegatura. Spieghiamo meglio: sul cartoncino andiamo a fare dei buchi e tracciare a matita le linee guida della rilegatura, in modo che, applicandolo sui corrispondenti della copertina, possiamo perforare tutti i fogli e i cartoncini assieme. Il disegno proposto è il seguente!


Quando avete perforato il cartoncino, prendete i fogli e inseriteli tra i due piatti, poi sovrapponete il cartoncino preparato e bucate i punti segnati con punta e martello (il tavolo sottostante potrebbe risentirne, occhio!). Concluso questo faticoso esercizio ginnico, prendete ago e filo e munitevi di pazienza. Fate passare il filo per la cruna dell'ago finché questo non raggiunge la metà della lunghezza del filo, poi iniziamo a cucire...


...nella prossima puntata!

Nuzza








sabato 23 marzo 2013

Per favore, doniamo soldi a wikipedia!

Quest'oggi stavo cercando il nome di un luogo mitologico e sono finita su Wikipedia. Anche l'altro giorno mi sono imbattuta in Wikipedia, ma stavo cercando come calcolare la molalità. Insomma, wikipedia è ovunque! Per favore, aiutiamo Wikipedia, anche Diderot devolverebbe qualcosa se potesse!
Ah, sto ripetendo un po' troppo "Wikipedia"? Va bene, allora facciamo come nelle equazioni biquadratiche e sostituiamo con l'incognita "Tpedia".
Allora, Tpedia è una fonte immensa per trovare informazioni di qualsiasi tipo, tanto che rasenta la quasi onniscenza di quel giochino dove c'è il genio col turbante che indovina la persona che state pensando (sì, state pensando ad Akinator).Se cercate su internet "Tpedia" trovate come primo risultato Chuck Norris. Tpedia è un mare magnum gratuito, è come un'immensa spiaggia libera: ogni tanto trovi della sporcizia abbandonata, ogni tanto è così affollata che non si riesce a scovare un angolino dove posare l'asciugamano, un giorno la sabbia è finissima, l'altro ci sono solo sassi, ma alla fine l'importante è capire che è di tutti e tutti possono migliorarla, chi buttando via i rifiuti, chi installando una doccia, chi portando l'ombrellone. Tpedia è la sorella maggiore che vi aiuta quando dovete fare una ricerca scolastica. E' esattamente il punto a cui vlevo giungere.
In realtà l'idea per questo lavoro mi è soggiunta per vie traverse e meditabonde ore di ricerche, però poi, quando si tratta di capire qualcosa di basilare, tipo il nome di un luogo, ecco che Tpedia si affaccia premurosamente dall'alto della vostra pagina web!


Questa stampa, un'acquaforte, rappresenta una rivisitazione di un mito giapponese, ovvero la leggenda di Urashima Taro.

Altre fonti: Gintama ep 115
Alla prossima! B)

giovedì 21 marzo 2013

In un tempo relativamente breve, la quantità di cose che accadono è inversamente proporzionale alla vostra reattivtà

Questa mattina avevo deciso di potermi concedere il meritato (?) riposo. In realtà l'avevo già deciso ieri sera, ma comunque...

A un'ora non ben precisata, che potrebbe oscillare tra le 7:45 e le 8:10 odo il soave rombo del citofono. Ho pensato che non fosse il caso di alzarsi, in fondo io sarei benissimo potuta essere già fuori, magari all'accademia, magari alle Maldive, oppure, più semplicemente, mi sarei ancora potuta trovare tra le braccia del sonno. Così ho ignorato a bella posta il citofono, catalogandolo tra le cose neutre.
Dopo un lasso di tempo decisamente breve, suona il campanello. Al che, mi ripeto tutta quella tiritera, aggiungendo che comunque non avrei potuto mica aprire la porta in pigiama e coi capelli arruffati, neanche se fuori ci fosse stato il principe azzurro, o il re di Spagna, o Chessoìo.
Passano tot minuti, il campanello suona nuovamente: questa volta controllo l'ora, le (:!%, cioè le 8:15.
Mi riavvolgo nelle coperte, aggiungendo a tutte le scuse sopracitate, che tanto ormai non avrei mica potuto smascherare così la mia presenza; ma neppure un battito di ciglia dopo, ecco che parte il citofono! A questo punto, con uno sbuffo di lenzuola e un mugugno accidentato, scendo dal letto e mi dirigo prontamente verso la causa dei miei affanni. Sento distintamente che fuori dalla porta c'è ancora qualcuno, così, visto che sarebbe stato disdicevole, poi, non aprire, ho semplicemente premuto il bottone del citofono che apre il portone da basso e poi sono filata di nuovo dall'altra parte. Tempo di arrivare a portata di letto, ecco un'altro strepito del citofono, simile al gracchiare di un gabbiano. Tra l'altro era nettamente più insistente. A quel punto ho pensato che la mia copertura fosse ormai saltata, così ho percorso il corridoio come un velocista, rischiando, per l'impeto, di spiaccicarmi contro la porta. Premo con più decisione il beneamato tasto del citofono, ma niente, continua imperterrito a strimpellare. Allora ho alzato la cornetta:-Pronto?-. Era il vicino di sotto, che chiedeva se potevo accostare la porta dell'ascensore, che altrimenti non poteva essere prenotato, nè muoversi, evidentemente. Dopo avergli rivolto uno sconclusionato, quanto assonnato: -Ah, sì, grazie-, ho sbirciato dallo spioncino. C'erano due figuri sul pianerottolo, l'ascensore palesemente occupato, forse perchè non avevano badato a chiudere premurosamente le portine. Corsi in camera, presi dei vestiti a caso, cercando di ignorare i capelli, riuniti, per l'occasione, in una matassa senza grazia. Nello stesso tempo la sveglia-cellulare (o il cellulare che uso anche come sveglia) decide di intonare la sua più piacevole melodia, proprio accanto alla porta, dove l'avevo recato meco, a causa dell'impeto del citofono. Tempo di tornare alla porta, pronta a fronteggiare l'ormai inevitabile incontro e spegnere il telefono, ecco che le due persone, che con ogni probabilità erano quelli che vengono a controllare i contatori, son spariti in ascensore. 
Con sguardo vacuo, torno a letto, rimettendomi il pigiama.
Non ci crederete, ma dopo appena cinque minuti, il campanello riprende a suonare. Questa volta ho buttato all'aria tutte le scuse sopracitate, sostituendole con un esasperato NO, BASTA.
Poi, però, ho pensato che forse era l'anziana vicina, o magari la badante che non riusciva a entrare per qualche motivo o magari  erano di nuovo i tipi di prima. Così, mi alzo di nuovo, mi rivesto di nuovo, e nuovamente mi avvio verso la porta. Ovviamente fuori non c'era già più nessuno.
A Quel punto ho deciso che ormai il mio sonno era totalmente compromesso e l'idea di coricarmi di nuovo non aveva più nessun fascino. Così, dopo una lauta colazione per smaltire l'inizio burrascoso della giornata, mi sono messa a scrivere questo affascinante e sublime papiro, per delectare.


Ebbene, buon proseguimento, alla prossima!

giovedì 7 marzo 2013

Più uno è pigro, più lo diventa, c'è poco da fare!

Ho notato che in effetti scrivo meno spesso qua...chissà, può anche essere un segnale positivo!
Al di là di ciò, oggi presento un lavoro più digitale e meno pratico.



La foto originale è stata scattata da me, poi, chiaramente, ha subito alcune modifiche. Per alcuni pennelli usati i crediti vanno a :iconz-design. Il nome "Aristall", invece, è quello di un pianeta citato nel primo libro di Exoria, progetto a cui partecipo insieme a un valido gruppo di collaboratori, raccolti dall'autore, Stefano Ferrando.

Trovo quasi commoventi le due figure in primo piano, così solitarie di fronte alle luci frenetiche della città, eppure così solide. Se non ci fossero quelle due figure non ci sarebbe nemmeno il tripudio tecnologico di fronte a loro. Forse è per ricordare che nell'uomo certe cose non cambiano, e sono le più importanti.
Bene! Con questo affascinante e bucolico quadretto vi saluto, alla prooooossima!

mercoledì 6 marzo 2013

Brevitas

Visto che il titolo della scorsa volta assomigliava più che altro a una lunga fiction, oggi ho scelto un incipit d'impatto, un carpe diem, uno schiaffo alla monotonia ritmica delle giornate di fine febbraio e inizio marzo, quelle in cui non è proprio primavera ma neanche più inverno; d'altronde non esistono più le mezze stagioni, non esiste per ora nemmeno un risultato elettorale chiaro, tra un po' non ci sarà manco più un presidente della Repubblica e per avere un nuovo Papa dovremo attendere ancora un poco di tempo...ah, dite che la faccenda sulle mezze stagioni decantata sopra è una splendida palinodia? Ah, dite che che non ho ancora usato un punto fermo? In effetti il titolo non è molto azzeccato, a meno che non lo si intenda come ossimoro rispetto al testo, ma basta parlare di figure retoriche, le uniche figure che ci toccano davvero il cuore sono ben altre! Mi pare che il discorso stia prendendo una brutta piega!!

Dunque, onde evitare argomenti degeneranti e cercare di scollarmi dalla testa la stessa canzone che mi assilla da tutta la mattina, volevo proporvi questo affascinante amenicolo futuristico, che mi ricorda molto Lara Croft! 
 

Onestamente a me pare piuttosto caotico, però hanno un certo fascino.
Ebbene, in attesa di poter aggiornare il blog anche mentre sto cercando istruzioni su come suonare un ukulele, vi auguro una buona giornata, alla prossima, yeah!


lunedì 25 febbraio 2013

Noi non facciamo le solite promesse elettorali, ne abbiamo trovate di nuove! (Tra cui spiegare come preparare una lastra)

Salve vobis!
In pieno clima elettorale, tra le grida accese, i pubblici in delirio, lo sventolio di bandiere colorate e la neve che cade soavemente su tutti, indistintamente, ecco che mi ripropongo di proporvi (anche per via della spiegazione poco approfondita della scorsa volta) un'accattivante guida pratica riguardante la calcografia, ovvero un procedimento di incisione e stampa molto antico, ma dai risvolti sempre moderni. Per un'incisione calcografica usiamo, come materiale, lastre di metallo (rame o zinco) su cui si può lavorare con varie tecniche (puntasecca, acquaforte, acquatinta etc.); quando la lastra è pronta, l'inchiostro deve rimanere solo nelle linee incise. Per oggi, tuttavia, ci occuperemo solo della preparazione della lastra! (che già è impegnativa).

Orbene! Ciò che vi occorre (mi sento molto come su Art Attack) è:

  • Una o più lastre di zinco di spessore 1mm circa, misure a vostro piacimento
  • Vernice nera satinata da copertura per incisione
  • Carte abrasive per metallo (extrafine 1200), cioè della cartavetro a granitura molto fina
  • Lime per metallo
  • Alcool (quello di un improbabile colore rosa shocking) 
  • Piattina (pennello) pelo di bue 
  • Raschietto e brunitoio (chiedete proprio così, sarete sorpresi)
  • Acquaragia 
  • Giornali vecchi, moooooolti giornali vecchi.
Ok, come potete notare, la maggior parte dell'armamentario è tossico, infiammabile, molto suscettibile, e per alcuni strumenti, costati millemila euro, servirebbe il porto d'armi. Quindi siete gli 007 della situazione. Quindi state lontani da fonti di calore e fate circolare dell'aria nella stanza in cui siete.
Bene! Per prima cosa occorre limare i bordi della lastra, specialmente gli angoli, in modo che, durante la stampa, non vi si strappi il foglio.
Procedete smussando con leggiadria i bordi, finchè non vi sembrerà che l'angolo sia intorno ai 30°, o giù di lì.
Nel caso ci fossero delle linee troppo incise, passateci sopra il brunitoio (quello arrotondato) per appianarle.                                                                                          

                                                    
Dopo tale incoraggiante inizio, occorre, al fine di una stampa priva di fronzoletti fastidiosi, armarvi di carta abrasiva: con un'unghia sondate delicatamente la superficie della lastra, onde scovare righe, buchi, squarci, voragini etc. La carta abrasiva servirà ad appianare e rendere liscia e lucente la vostra amata lastra; per ottenere tale risultato scartavetrate a più non posso!!!! 
Le vostre mani assumeranno un colore poco invitante, ma non desistete!
La carta abr. va tenuta parallela alla lastra, in modo che non faccia grinze che potrebbero rigare la vostra opera amatissima. Dopo tale procedura, passate, con uno straccio pulito, dell'alcol sulla superficie ormai levigata come la pelle di un infante, tanto per togliere ditate o polvere di zinco etc. Una volta eseguito ciò siete a metà della gravosa opera! Bravi!
Allora, a questo punto prendete la vernice da copertura e shakerate la boccetta come dei baristi professionisti, poi svitate il tappo e intingete con grazia il pennello. Evitando di spargere vernice ovunque, concentratevi sulla lastra e stendete un velo di vernice per tutta la lunghezza, facendo attenzione che non restino grumi o pelucchi del pennello. Se comparissero delle bollicine...beh quelle sono tollerabili.


Una volta terminato questo lavoro, potete dedicarvi a qualche altra occupazione, attendendo che la vernice si asciughi (se mettete la lastra su un calorifero la vostra attesa sarà più breve).


Assicuratevi che la vernice sia asciutta (di solito sembra più opaca) e procuratevi una candela ad alto fusto. Possibilmente accendetela. Bene, ora viene la parte più intrigante e sorprendente: l'antigravità. Infatti, inspiegabilmente (o quasi) la cera cadrà sulla vostra lastra (per vestro magno gaudio) benchè quest'ultima si trovi sopra la candela. Ok, spieghiamo meglio: tenete la lastra sospesa, con la parte verniciata verso il basso, con l'altra mano prendete la candela e passatela sotto la lastra muovendola in piccoli cerchi o come volete. Questo procedimento serve ad annerire la lastra in modo da consentire una visione più chiara (o più scura) dei segni durante l'incisione. 

Attenzione! Se tenete la candela troppo ferma sullo stesso punto rischiate di bruciare la vernice! Cercate anche di tenere d'occhio lo stoppino, in modo che non vi lasci dei segnacci, sfiorando la lastra. 
Una volta conclusa questa delicata operazione la vostra lastra è pronta per essere incisa! ;) Buon divertimento, alla prochaine foi! Yeah...!

p.s. sciacquate il pennello nell'acquaragia, possibilmente in un lavandino a cui non tenete particolarmente e in cui non ci siano le maniche della camicia di qualche vostro parente!!!!


venerdì 25 gennaio 2013

Hey ho big bro!


misure 15x20cm, 
acquaforte e acquatinta su zinco
stampa su foglio Murillo con inchiostro sanguigna

Bene! Come promesso ecco un'altro lavoretto! :D
Per realizzarlo ho preparato la lastra, lucidandola e passando la vernice da copertura, poi affumicata; in secondo luogo ho inciso la lastra disegnando la figura del drago e ho messo la lastra a bagno nell'acido in diversi tempi. Dopo di ciò ho proceduto a un cauto e paziente lavoro di coperture e bagni per ottenere l'acquatinta. Sì, detta così è un po' caotica, però non vi preoccupate, è caotica comunque XD

Il drago è una figura molto usata nelle culture orientali; gli ideogrammi usati sono giapponesi (in realtà sono scritti specularmente a quelli qui rappresentati) e hanno diversi significati, tra cui "storia antica", "pace", "libro", "vedere". Sulle ali del drago si dipana una mappa, a simboleggiare il viaggio. 
Yeah, dopo questa infornata di significati escatologici e sintetici, lascio a voi più larga interpretazione!

Vi posterò ulteriori sagaci disegni onde dilettarmi e (spero) dilettarvi tramite un'esperienza catartica migliore del pane e nutella pucciato nella cioccolata calda con la panna. A preeeesto, yeah! :D

giovedì 17 gennaio 2013

Il tempo è come un punto!

Buongiorno, o comunque, buon-qualsiasi-parte-del-giorno-sia!
Non ho più avuto molto tempo da dedicare allo scribacchiare assiduamente su codesto papiro informatico, ma in fondo ritengo sia meglio avere pochi articoli ma sensati (o quasi) piuttosto che caterve di post che recitano "E poi boh...".
Ah...dite che in effetti ho già usato tale formula?
Eh-ehm, bene! Quest'oggi dunque vi propongo un lavoro fatto da me!
Si tratta di uno studio su Piranesi, o, più precisamente, di una delle sue incisioni, tratta dalla serie delle Prigioni, nell'ambito del tema "Paesaggio reale-paesaggio mentale".
La tecnica che ho usato è l'acquaforte.


Non è curioso che sia presente anche un omino che suona il violino?
Premetto che è il secondo lavoro di incisione che compio, per cui la tecnica è ancora un po' da raffinare, e che l'angolo in basso a destra è sfocato per colpa dello scanner; in futuro vi proporrò le altre tavole!

domenica 6 gennaio 2013

The gift of the ancients

Questo progetto, già avviato da qualche anno, mira alla creazione di un fanfilm che riprende le atmosfere e i caratteri di uno dei grandi videogiochi di sempre: Halo.
E il trailer promette bene!


    

The year is 2552. Before the fall of Reach, a small fleet of Covenant ships attack the isolated colony of Europa. After all orbital defenses have been annihilated,the alien ships stop the offensive. Apparently,they are looking for something; something the humans have uncovered in the remains an old meteor crash site. The UNSC forces on the planet are too small to face and win this battle alone, but they know that whatever lies beneath that site, it's the key to victory. The movie follows the story of a group of UNSC marines and ODSTs fighting in a desperate attempt to slow down the Covenant invasion. They all know Europa is already doomed, but they can still gain enough time for the population to escape

ConstructFilms official YouTube channel

venerdì 4 gennaio 2013

Iniziare la giornata all'insegna di un poetico: "E poi boh..."

E poi boh...dicono che le ore del mattino hanno l'oro in bocca, se così fosse dovremmo essere tutti molto benestanti.

Le feste, quelle natalizie in particolare per la presenza di grandi quantità di pranzi e cene,  sono in realtà l'occasione che tanti cercano per poter finalmente decidersi a iniziare una dieta sana: con la scusa dei chili messi su proprio durante questo periodo colmo di giubilo e colesterolo possiamo sentirci pronti a indossare le vesti degli sportivi e le posate dei dietandi (Deriv. naturalmente dal latino "dieto").  Perfino in televisione aumentano gli annunci pubblicitari che incitano alla rivolta contro la flaccidità e l'accidia dei nostri comodi divani, che non ci lasciano mai alzare e ci fagocitano per lunghe ore di sonnolenta digestione. Orsù, quindi, vi proponiamo una dieta equilibrata e uno stile di vita sano per riuscire a scacciare quelle lipidiche parti di noi che proprio sono in eccesso, ricordando che, tutto sommato, il grasso più pericoloso è quello che non si vede!!!

Vi propongo, dunque, questa affascinante tabella, approvata da illustri dietisti e nutrizionisti, tra cui la celebre Shimura Tae (potete trovare l'esposizione della sua lungimirante teoria nel capitolo 156 del volume 18 mangafox.me)

  • Colazione: 4\2 di panettone e crema di cioccolato qb. + una pera + 21 ml latte
  • Spuntino del mattino: 2 cioccolatini fondenti o una noce
  • Pranzo: 70g di pasta + una foglia di insalata scondita + una scaglia di formaggio o metà diviso tre di un uovo + una corsa per spegnere il fuoco sotto la pasta, che sta debordando dalla pentola + acqua (non della pasta)
  • Preparazione alla merenda: una caramellina alla menta
  • Merenda: Yogurt magro con consapevole spolverata di cereali
  • Merenda di consolazione: Pane con inconsapevole spolverata di cioccolato
  • Cena: Minestra di verdura qb. + carne o pesce + un buon libro o un buon film accompagnati da patatine fritte + frutta di stagione (cioè frutta secca) + acqua
Questa dieta esemplare vi garantirà una rapida ripresa di tutti i principi nutritivi che vi occorrono, senza contare che aumenterà ulteriormente la vostra tenacia nel perseguire il programma giornaliero e le sue rigorose quantità indicate con dovizia di particolari. 

Beh, a questo punto (.) buon appetito!!

martedì 1 gennaio 2013

Pensare che Capodanno significhi "il danno maggiore"

And so...a new year has just begun!


Ovviamente in queste occasioni accadono un sacco di cose straordinarie, tra cui realizzare di non avere più soldi per mandare caterve di messaggi, per lo più costituiti da semplici frasi sconnesse, o al massimo da una decina di lettere contornate da un imponente schiera di punti esclamativi, in numero proporzionale al sonno dello scriptor epistulae virtualis. Nella peggiore delle ipotesi il testo dell' SmS recita:
"Buaoihfahfeannooooooooooooooo!!!!!! " 
questa dicitura sottolinea il dinamismo metafisico del brindisi: abbracci calorosi, danze, bicchieri di spumante, fuochi artificiali che cadono sul cellulare generando un accogliente braciere che i presenti cercheranno di spegnere con lo champagne, che però era spumante. 

Insomma, buofrg5t4anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! : D