Ognuno ha una storia da raccontare. Chi dice di non averne alcuna, in realtà sta già raccontando qualcosa.

mercoledì 17 settembre 2014

Titolo

Attribuire un nome a qualcosa è una responsabilità affascinante, non importa che si tratti di un nuovo personaggio, di un'emozione, del nostro più affezionato peluche o dello pterodattilo del nostro vicino. I nomi hanno il potere di definire in maniera peculiare, identificare; forse è per questo che in diverse culture conoscere il vero nome di qualcosa o qualcuno equivale a conoscerne l'essenza. Il titolo è semplicemente il nome di una narrazione; lo si può scegliere prima di avventurarsi in essa, in modo da tenerlo come un faro luminoso nel mare dell'immaginazione, oppure deciderlo a posteriori, come archeologi che sondano il racconto per capire di cosa parla davvero. Un titolo può essere sintetico o esteso, ermetico o esplicito, può essere un indizio o un'indicazione, può descrivere il suo oggetto o raccontare qualcosa di cui ci renderemo conto quando i tasselli della narrazione necessiteranno di una chiave di volta. Allo stesso modo, la prima pagina di un romanzo, la prima scena di un film, le prime note di una canzone o la prima pagina di un fumetto sono come un titolo grafico o sonoro che contiene i semi che germoglieranno lungo la storia.
Questa prolissa e macchiavellica interessante dissertazione è nata dalla constatazione della lunghezza dei titoli di alcuni articoli di questo blog; perdonateli, andremo a fare sport e ci tonificheremo!
Come se non bastasse, approfittando della piega di ciccia che ha preso il discorso, vi introduco la prima esclusiva pagina, realizzata interamente dalla sottoscritta, come introduzione in medias res a un mio progetto a lungo termine: K.I.M.A. corporation!

    

Non sono ancora molto ferrata col colore, ma da qualche parte bisogna pur iniziare! Ho voluto aggiungere anche una veloce illustrazione del losco figuro...e grazie a Obsidian Dawn per alcuni pennelli! Yo! Spero che questo lavoro vi intrighi :)
Grazie e alla prossima!

Nuzza

martedì 2 settembre 2014

La vacanza è un'acerrima lotta tra volontà e imperativo categorico

Ogni vacanza ha un suo particolarissimo sapore, una melodia inconfondibile. Per me le vacanze sono le tende verdi del poggiolo tirate di fronte al cielo limpido. Naturalmente non ho passato tutto questo tempo a bearmi di questa immagine, tuttavia è davvero da un bel pezzo che non aggiorno questo ingegnoso bloggggg. Anche i blog hanno delle tende verdi, ogni tanto. Voglio semplicemente anticipare che in questo periodo caldo e soleggiato, tra un tuffo  raffreddore e l'altro, sotto il cielo sgombro da nuvole le tende verdi, ho preparato un progetto a sfondo verde  fumettistico che pubblicherò qui a breve appena ultimato.
Questo articolo sembra una presa in giro. Diffidate dalle prese in giro! Soprattutto quelle elettriche: basta approfittare dell'elettricità pubblica nascondendo il cellulare in carica sotto il banco di turno.
Ah, pensate che con questo articolo io stia solo procrastinando il lavoro che ho da fare? Avete ragione.
Ma quanto sono estive queste tende verdi!

Le tende verdi sono un particolare esemplare della famiglia Tempotest Paràt bellum.
Per crescere correttamente hanno bisogno di molto sole. A causa delle condizioni avverse,
durante l'estate 2014 la crescita di tende verdi si è ridotta del 20%.  
Mi scuso per la bassa qualità dell'immagine ma dovevo assolutamente andare a studiare.
Alla prossima! :D